Siamo abituati a pensare alla violenza sulle donne solo nei termini di violenza fisica, ma VIOLENZA è anche quella psicologica fatta di controllo, manipolazione e ricatto. La molestia, lo stalking e il revenge porn ne sono un esempio.

Qual è la differenza tra i termini: molestia, stalking e revenge porn?

Spesso questi tre termini rischiano di essere confusi o ritenuti sinonimi. In realtà indicano fenomeni diversi.

MOLESTIA: la molestia è un singolo comportamento di disturbo limitato nel tempo, inizia e termina in un arco di tempo definito.

STALKING: questo fenomeno viene definito da tre elementi principali:
1) La presenza di una VITTIMA;
2) La presenza di uno STALKER;
3) Una SERIE di ATTI e COMPORTAMENTI PERSECUTORI reiterati nel tempo.
La vittima vive questi atti come un vero e proprio TORMENTO.

REVENGE PORN: in italiano questo termine si traduce come “pornovendetta mediatica” e si tratta di una vendetta attuata attraverso la condivisione pubblica di immagini e/o video intimi.

Quali sono le ripercussioni psicologiche sulle vittime?

E’ innanzitutto fondamentale differenziare tra le vittime di molestie, stalking e revenge porn. Sono tre fenomeni diversi e, quindi, diverso sarà anche l’impatto emotivo sulla vittima. In generale, però, che si tratti di molestia, stalking o revenge porn, tale impatto sarà molto potente e destabilizzante.

Per quanto riguarda le molestie, la maggior parte delle vittime prova un forte fastidio che si risolve in un arco di tempo ragionevole.

Lo stalking, invece, causa delle ferite profonde che, in alcuni casi, possono trasformarsi in una vera e propria Sindrome Post Traumatica da Stress (PTSD).

I sintomi maggiormente riscontrati sono:
– stati persistenti di insicurezza
paura costante di avere contatti con lo stalker
incubi notturni
flashback intrusivi riferiti alle molestie subite
ansia generalizzata e persistente
peggioramento della qualità di vita.

Non è raro, inoltre, che nella vittima sia presente il pensiero di essere la causa stessa delle molestie. Questa è una dinamica molto simile a quella che viene a crearsi nel caso delle donne maltrattate. Esse, infatti, pervase da un forte senso di colpa, arrivano a giustificare le violenze subite e quindi a non denunciare.*

Per quanto riguarda le vittime di revenge porn la situazione è più complessa poichè la vittima era relazionalmente legata a chi ha messo in atto tale vendetta.

Il revenge porn, infatti, è necessariamente preceduto dal SEXTING, cioè dalla creazione consensuale di video e/o immagini intimi. Quella del REVENGE è la fase successiva nella quale la parte che ritiene di essere stata delusa o lesa si vendica con la pubblicazione di tali contenuti privati.

La vittima viene pervasa, oltre che dalla rabbia e dalla delusione, anche da un profondo senso di colpa per “non averci pensato prima…”.
La realtà è che la colpa è SOLAMENTE di chi condivide!!!

Su questo aspetto, però è importante soffermarsi un attimo ad analizzare proprio il termineREVENGE” il quale significa, appunto, VENDETTA.
Si presuppone, quindi, che sia una vendetta messa in atto per un torto effettivamente subito e che quindi la vittima abbia realmente una colpa da espiare, anche se in realtà non è così…

Ad aggravare i sensi di colpa della vittima e la reticenza a porre denuncia c’è, inoltre, la forte stigmatizzazione sociale che avviene in particolar modo nei confronti delle donne.

La sintomatologia prevalentemente presente nelle vittime di revenge porn comprende:
paura di essere riconosciuti con conseguente isolamento sociale
umore depresso, che può trasformarsi in vera e propria depressione e, in alcuni casi, portare anche al suicidio.
ansia e senso di impotenza rispetto alla diffusione delle immagini.

Quali sono gli aspetti psicologici di chi mette in atto le molestie?

E’ molto difficile generalizzare, ma alcune ricerche hanno individuato cinque categorie di molestatori:

  1. CERCATORE DI INTIMITA’: è una persona che ricerca non solo un’intimità sessuale, ma anche, e soprattutto, un’intimità relazionale.
  2. RISENTITO: persona che trae piacere dal causare paura ed esercitare il controllo sulla vittima. Il “risentito” non prende di mira una persona in quanto quella persona nello specifico, ma in quanto appartenente ad una determinata categoria dalla quale ritiene di essere stato danneggiato.
  3. RESPINTO: appartengono a questa categoria tutte le persone che di fronte ad un rifiuto o alla fine di una storia, come nel caso del revenge porn, mettono in atto una “vendetta” fatta di molestie e/o condivisione di immagini private.
  4. PREDATORE: persona che va alla continua ricerca di gratificazione sessuale. Il suo unico scopo è “conquistare” la vittima indifferentemente dai mezzi utilizzati.
  5. CORTEGGIATORE INCOMPETENTE: è una persona che non dispone dei mezzi relazionali necessari e basilari per instaurare dei rapporti interpersonali funzionali. In altre parole: non sa approcciarsi agli altri e costruire delle relazioni sane.

Al di là di questa classificazione, è fondamentale sottolineare quanto ci siano altri fattori da considerare e da approfondire.

Ad esempio:
– la relazione esistente (o meno) tra la vittima e il molestatore
– la propria storia personale e familiare
– le esperienze passate di coppia e i modelli familiari di coppia a cui si fa riferimento
l’idea che la persona ha di se stessa e dell’altro sesso.

L’intento di questo articolo è quello di fornire un‘idea solo generale di cosa siano questi tre fenomeni che sono molto più complessi di quanto si possa pensare.
Voglio, però sottolineare, quanto sia difficile affrontare simili situazioni e quanto sia importante CHIEDERE AIUTO!!!

Se volete potete ascoltare il podcast del mio intervento su questa tematica in collaborazione con un avvocato esperto e il LeoClub Valdelsa.
Lo trovate su Spotify seguendo questo link: https://open.spotify.com/episode/1uBNAFpWMlLi3xQTmy60UE?si=gAxdA_JfR_2iNqHbJQKJSg&utm_source=copy-link

SE SEI VITTIMA DI VIOLENZA E HAI BISOGNO DI AIUTO CHIAMA IL 1522
*N.d.A: In questo articolo viene fatto solo un accenno al sentimento del senso di colpa, ma le dinamiche che vengono a crearsi nel caso delle donne maltrattate sono molto più complesse e profonde di come possano apparire in queste due righe. Niente, quando si parla di violenza, deve rischiare di essere banalizzato. 
Bibliografia:
Acquadro Maran, D., Pristerà, V., Varetto, A. & Zedda, M., (2010); Stalking: aspetti psicologici; Psicologi a confronto; anno 4, n°2.

L'immagine è di Paul Garaizar e proviene dal sito Unsplush.